ESISTE UNA QUESTIONE POLITICA CHE NON SIA UNA PRESA MALE?

Idea*

Una domanda semplice che però dice molto di come vengono percepite le questioni politiche

Durante l'Assemblea Sonica sono emerse diversi temi e domande molto interessanti tra cui questa. È una domanda semplice ma esprime in maniera molto chiara il fatto che alle questioni politiche si associano quasi esclusivamente sensazioni negative. Sensazioni di impotenza, delusione, tristezza, amarezza, mancanza di fiducia, frustrazione…
Ciò avviene forse perché spesso le questioni politiche che si discutono sono legate all’insoddisfazione per la condizione in cui viviamo in società, o forse perché spesso non si è davvero partecipi dei cambiamenti e delle decisioni che ci riguardano personalmente, o ancora perché trovare compromessi tra prospettive o visioni del mondo diverse è spesso molto difficoltoso.

Uno delle funzioni principali della politica dovrebbe essere quello di aiutarci a criticare lo status quo, a metterlo in discussione, e tutto ciò che cerca in qualche modo di cambiare le cose per come sono è per natura scomodo.

La politica istituzionale viene spesso percepita come distante, non ha la capacità o la forma per rendersi parte della quotidianità anche se la influenza direttamente. Fare politica, essere una figura politica, è spesso sinonimo di un certo tipo di capacità o formazione elitaria. Ciò che manca però, e che ci serve più che mai, sono forme della politica che ci siano più vicine. Che siano più positive e inclusive.

Come possiamo quindi associare sensazioni più positive alle questioni politiche?
Possiamo forse farlo trovando degli spazi di espressione creativi ed inclusivi?
Quali forme o formati possiamo inventare per avere un peso politico maggiore nelle questioni di tutti i giorni?

Queste sono alcune delle domande alle quali cerchiamo di dare una risposta attraverso i laboratori di Polisfonia.